Lo scorso 28 Settembre Matt Cutts ha annunciato con questo tweet
un “aggiornamento minore”, un update che – ha aggiunto subito dopo –
dovrebbe impattare in modo rilevante sullo 0,6% delle query anglofone, che NON ha a che vedere con il Panda o il Penguin, e che è stato subito battezzato EMD Update (dove EMD sta per exact-match domain).
In poche parole, questo nuovo, ennesimo ritocchino algoritmico dovrebbe penalizzare i nomi a dominio con dentro parole chiave identiche a quelle che l’utente utilizza quando cerca all’interno del motore, e che sono stati acquistati col solo scopo di posizionarsi bene proprio per quelle specifiche keyword.
Cutts (e un guest post sul TagliaBlog) aveva già affrontato il tema a Marzo del 2011, quando con questo video aveva chiaramente consigliato di puntare su un nome a dominio “brandable” (come Google, Yahoo!, Bing, Facebook, Twitter), che possa essere ricordato facilmente, piuttosto che su un freddo “keyword domain” (come potrebbe essere motore-di-ricerca.com o social-network.com).
E verso il minuto 2:35 aveva anche lanciato un piccolo avvertimento: “and so we have been thinking about adjusting that mix a little bit and sort of turning the knob down within the algorithm so that given two different domains, it wouldn’t necessary help you as much to have a domain with a bunch of keyword in it”.
Che suona come “abbiamo dato una regolata all’algoritmo in modo che anche i domini che non includono le parole chiave possano posizionarsi bene come gli altri”.
In realtà, in questo annetto e mezzo – il video di Cutts è del 7 Marzo 2011, e i suoi 2 tweet del 28 Settembre 2012 – non è che sia successo granchè, anzi: moltissimi SEO e webmaster hanno notato che in piena “fase Panda/Penguin” i domini con dentro le keyword si posizionavano ancora benissimo, alla faccia delle centinaia di altri parametri che Google dice di considerare. Da qualche giorno, però, sembra che le cose stiano per cambiare.
Quindi, cosa mi consigli di fare?
Se possiedi già da tempo un exact-match domain ben posizionato, ma sei consapevole che il sito ha contenuti (e/o link in ingresso) di bassa qualità, è il momento di rimboccarsi le maniche: temo che più il dominio sia “a corrispondenza esatta”, pieno zeppo di parole chiave e trattini (tipo miglior-motore-di-ricerca-italiano.com), con pochi contenuti (magari scopiazzati qua e là) e pochi backlink, più il rischio di essere spazzato via sia alto.
Pertanto il mio consiglio è scontato: lavora sempre pensando all’utente, rendi le pagine del sito utili e di valore per chi ci atterra sopra, fai in modo di attrarre link, like, retweet, +1 spontanei, e se devi ancora scegliere un nuovo dominio mischia in modo intelligente parole chiave con brand (es.: SEOmoz.com è un notissimo brand nel panorama SEO internazionale, e include nel dominio la keyword SEO + 3 lettere che non costituiscono alcuna chiave rilevante).
In poche parole, questo nuovo, ennesimo ritocchino algoritmico dovrebbe penalizzare i nomi a dominio con dentro parole chiave identiche a quelle che l’utente utilizza quando cerca all’interno del motore, e che sono stati acquistati col solo scopo di posizionarsi bene proprio per quelle specifiche keyword.
Cutts (e un guest post sul TagliaBlog) aveva già affrontato il tema a Marzo del 2011, quando con questo video aveva chiaramente consigliato di puntare su un nome a dominio “brandable” (come Google, Yahoo!, Bing, Facebook, Twitter), che possa essere ricordato facilmente, piuttosto che su un freddo “keyword domain” (come potrebbe essere motore-di-ricerca.com o social-network.com).
E verso il minuto 2:35 aveva anche lanciato un piccolo avvertimento: “and so we have been thinking about adjusting that mix a little bit and sort of turning the knob down within the algorithm so that given two different domains, it wouldn’t necessary help you as much to have a domain with a bunch of keyword in it”.
Che suona come “abbiamo dato una regolata all’algoritmo in modo che anche i domini che non includono le parole chiave possano posizionarsi bene come gli altri”.
In realtà, in questo annetto e mezzo – il video di Cutts è del 7 Marzo 2011, e i suoi 2 tweet del 28 Settembre 2012 – non è che sia successo granchè, anzi: moltissimi SEO e webmaster hanno notato che in piena “fase Panda/Penguin” i domini con dentro le keyword si posizionavano ancora benissimo, alla faccia delle centinaia di altri parametri che Google dice di considerare. Da qualche giorno, però, sembra che le cose stiano per cambiare.
Quindi, cosa mi consigli di fare?
Se possiedi già da tempo un exact-match domain ben posizionato, ma sei consapevole che il sito ha contenuti (e/o link in ingresso) di bassa qualità, è il momento di rimboccarsi le maniche: temo che più il dominio sia “a corrispondenza esatta”, pieno zeppo di parole chiave e trattini (tipo miglior-motore-di-ricerca-italiano.com), con pochi contenuti (magari scopiazzati qua e là) e pochi backlink, più il rischio di essere spazzato via sia alto.
Pertanto il mio consiglio è scontato: lavora sempre pensando all’utente, rendi le pagine del sito utili e di valore per chi ci atterra sopra, fai in modo di attrarre link, like, retweet, +1 spontanei, e se devi ancora scegliere un nuovo dominio mischia in modo intelligente parole chiave con brand (es.: SEOmoz.com è un notissimo brand nel panorama SEO internazionale, e include nel dominio la keyword SEO + 3 lettere che non costituiscono alcuna chiave rilevante).
Fonte: blog.tagliaerbe.com