Anche se lo strumento non è affatto nuovo – su Twitter si utilizzano gli hashtag addirittura dal 23 Agosto 2007 – la manovra di Facebook, almeno in base a quanto scritto nel post di lancio, sembra essere parte di una strategia più ampia, il primo passo nella direzione di far emergere e raggruppare le discussioni che gli utenti fanno attorno ad eventi pubblici, persone o temi particolarmente “di tendenza”.
Ma vediamo di capire meglio cos’è e come utilizzare il “cancelletto” in Facebook.
Cosa sono gli hashtag?
L’hashtag è un contrassegno (identificato dal simbolo #) che, quando scritto immediatamente alla sinistra di un termine, consente di raggrupparlo all’interno di uno specifico feed.
Ad esempio, se su Facebook scrivo un aggiornamento di stato con dentro #sapevatelo, il mio post finirà all’interno di un feed dedicato, consultabile da tutti all’indirizzo https://www.facebook.com/hashtag/sapevatelo.
O più semplicemente, basta cliccare sull’hashtag che compare all’interno di un post (gli hashtag su desktop sono già attivi per tutti gli utenti, quelli su mobile non ancora), per finire sul feed associato.
Come avviene l’ordinamento dei contenuti all’interno delle “pagine-hashtag”?
Si potrebbe pensare che siano in ordine puramente cronologico, dal più fresco al più vecchio, e in effetti nella maggior parte dei casi è così.
Ma ho notato anche alcuni contenuti più vecchi posizionati più in alto, probabilmente per una questione di EdgeRank.
Inoltre sono presenti anche contenuti postati da persone, o da brand, che NON sono fra i nostri contatti diretti (anche se questi contenuti sono solitamente più in basso all’interno dello stream).
Gli hashtag sono “retroattivi”?
Sì, anche se di poco.
Personalmente ho notato contenuti con hashtag risalenti fino al 5 Giugno, una settimana prima del lancio ufficiale.
Nelle “pagine-hashtag” ci finirà la pubblicità?
Sì, nella solita “spalla destra” della pagina sono presenti i soliti bannerini, ma personalmente immagino che arriverà qualcosa di più intrusivo, magari direttamente in testa allo stream: per Facebook, e per i brand, è una occasione troppo ghiotta.
Già mi immagino hashtag come #caldo sponsorizzato da qualche nota bibita gassata, o #weekend da qualche compagnia aerea low cost… 😉
Gli hashtag saranno utili a Facebook?
Sì, per almeno 2 motivi.
Da un lato, quello della profilazione: per esempio, un utente che utilizza spesso l’hashtag di un determinato brand, è come se mandasse continui segnali si interesse verso un certo tema, segnali che Facebook utilizzerà di sicuro per arricchire il suo database di preziose informazioni.
In altre parole, se scrivi #ladygaga in un post su due, Facebook può presumere che tu sia un grandissimo fan dell’artista in questione, rispetto a un utente che ha usato quell’hashtag solo un paio di volte nella sua vita.
Dall’altro, quello dei tempi di permanenza sul sito: grazie agli hashtag è ora possibile seguire, in tempo reale, sia una breaking news, sia un argomento di nostro interesse.
Nel primo caso, Facebook potrebbe insidiare il dominio di Twitter (che sappiamo essere un fortissimo media quando si parla, ad esempio, di eventi catastrofici); nel secondo, non sarà più necessario iscriversi a certi Gruppi o certe Pagine per restare aggiornato su temi di nostro