Poi mi sono personalmente fiondata nella vicenda e documentata, per capire meglio dalle campagne passate.
Poi,infine, è venuta “lei” a cercare me e ieri mi sono trovata al telefono con Stefano Ginestroni, art director e direttore creativo della campagna per Piazza Italia.
Non è stato facile per me pensare alle domande da fare, avevo in mente mille cose ma non mi andava di parlare solo di advertising, non volevo sembrare banale nè rischiare di chiedere cose fuori tema, quindi, ho spinto lo sguardo oltre e questo è quello che è venuto fuori.
L’idea di avere dei testimonial “portatori sani di valori” piuttosto che di bellezza e notorietà nasce dal brief o direttamente in agenzia?
L’idea nasce dal reparto creativo dell’agenzia, il cliente ci ha dato l’input e la nostra risposta è stata questa campagna. L’esigenza di una comunicazione attuale che fosse in sintonia con il pubblico, era la priorità. La campagna nasce a fine 2011 con “I veri miracoli li facciamo noi” il cui intento era quello di portare la gente comune al centro dell’attenzione.
Sin dagli albori Piazza Italia si posiziona sul mercato con un’offerta di primo prezzo e attualmente continua ad avere al centro delle sue priorità i prezzi modici. Ma noi non volevamo comunicare solo quello, era nostra intenzione far trasparire etica, valori e ideali completamente nuovi.
Comunicare qualcosa di attuale, che possa avvicinarsi alla gente comune. E’ un valore dell’azienda che l’agenzia ha comunicato in maniera creativa. Voler far emergere una limpidezza e una trasparenza che oggi è fondamentale trasmettere alle persone.
Questa pubblicità qualche anno fa sarebbe stato un flop, fuori luogo e forse anche “ridicola” ma lo scenario attuale è cambiato in maniera impressionante e ha bisogno di tutto ciò. Dovremmo credere in una nuova forma di economia, fatta di etica, educazione, credo forti e comportamenti distinti.
Questa è una pubblicità non conventional che oltre l’apparenza enfatizza un aspetto sociale, morale. Ma stiamo pur sempre parlando di un marchio di abbigliamento, cosa cambia in questo senso, il prodotto o la pubblicità. In poche parole chi si adatta a cosa?
La pubblicità rispecchia l’anima della gente, il nostro lavoro comunica e quindi rappresenta, il progetto di quest’azienda che vuole parlare alle persone e non ai consumatori. E’ finita l’epoca in cui il marketing e la pubblicità guardano al portafogli delle persone, oggi si guarda in faccia la clientela e il trattamento che viene riservato è di tutto rispetto. C’è la voglia di avvicinarsi all’aspetto umano ed è dalla prima campagna che Piazza Italia lavora su questo concept.
Per quanto riguarda la mia personale esperienza professionale è stata la prima campagna realizzata in questo modo, ma ritengo che fosse necessario un cambiamento in questa direzione; il vecchio modo di fare pubblicità non era più consono a raccontare la collettività e le persone.
Moltissime campagne sono ancora obsolete e continuano a dire sempre le stesse cose che non trovano più riflesso nella società attuale. Se la pubblicità deve comunicare quello che siamo, cosa consumiamo, cosa indossiamo, io non vorrei sentirmi rappresentato da modelli e prototipi che non rispecchiano il mio essere nella società, ecco quindi da dove nasce veramente l’idea di coinvolgere persone comuni, impegnate socialmente, oneste, trasparenti. Come la maggior parte degli Italiani.
Piazza Italia ha voglia di dire e far vedere tutto questo, noi abbiamo combinato tutto con creatività.
Comunicare valori è la scelta che moltissime imprese, nazio