La SEO (Search Engine Optimization) aiuta aziende, individui e chiunque si trovi su Internet. E finchè le persone cercheranno un prodotto senza conoscerne il nome, o una tecnologia senza conoscerne l’origine, o una soluzione senza conoscerne il fornitore, la SEO sarà una parte importante del marketing mix.
Tuttavia questa situazione sta lentamente e continuamente cambiando. Oggi infatti il 60/80% delle cosiddette “decisioni d’acquisto” si basa su raccomandazioni.
A loro volta le raccomandazioni sono fatte da persone di fiducia con nessun (o quasi) interesse a vendere qualcosa, ma con una notevole esperienza e conoscenza sul prodotto o servizio di cui si ha bisogno. E il numero di acquisti basati su raccomandazioni è in costante crescita. Sono certo che raggiungerà l’80/90% nei prossimi 5 o 10 anni. Già oggi le persone sono alla ricerca di esperienze e cercano i report che scrivono altri utenti. I siti web che includono offerte o gli ecommerce sono solo gli ultimi passi nel processo di valutazione di un prodotto o servizio.
Tutto ciò cosa significa per la SEO? Perchè investire nell’ottimizzare per i motori di ricerca se la maggior parte delle decisioni d’acquisto si basano su raccomandazioni? Non sarebbe più furbo/intelligente investire nella “catena della raccomandazione” invece che nella SEO? Non sarebbe più efficace e vincente assicurarsi che le persone consiglino un prodotto piuttosto che sperare di posizionarsi in alto nelle SERP dei motori?
Oggi non tutti i consumatori stanno cercando raccomandazioni, consigli, esperienze o altri indicatori per essere certi che il prodotto o servizio che vorrebbero comprare combacia con le loro esigenze. Ma entro 10 anni la maggior parte dei decision maker 35enni saranno quelli che oggi hanno 25 anni e che non acquistano un prodotto basandosi sul fatto che si trova nella prima pagina nei motori di ricerca. Se dovranno decidere di mettere 1.000 dollari sulla SEO rispetto a un sistema per migliorare le relazioni fra persone e le raccomandazioni, dove credete che spenderanno i loro soldi?
Oggi succede che qualcuno digita qualcosa nel motore di ricerca per ottenere qualche informazione su prodotti, servizi o tecnologie. I siti ben ottimizzati escono più in alto. Mai poi cosa capita? Si procede subito all’acquisto? No. Il passo successivo è verificare altri risultati: il feedback degli utenti che emerge da blog, community, gruppi, siti di domande e risposte. Ciò che l’utente ottiene è un quadro che gli permette di rendersi conto che il sito che esce più in alto sul motore spesso non è il migliore.
Ci sono decine di migliaia di SEO che lottano per la loro professione, e ci sono persone che compreranno sempre questo genere di servizi. Come ci sono persone che ancora oggi investono sulle Pagine Gialle, allo stesso modo ci saranno persone che pagheranno per la SEO anche fra 30 anni, quando l’attività sarà andata in pensione da un pezzo.
P.S.: la città di San Francisco ha vietato la distribuzione delle Pagine Gialle, che producono 90 tonnellate di carta gettata via pochi giorni dopo che i volumi vengono consegnati. L’unica ragione per cui sono ancora stampati è ricavare soldi dalla pubblicità di qualche negozietto che non ha ancora capito che quei volumi finiscono direttamente dalle rotative di stampa al cestino dei rifiuti.
Liberamente tradotto da Why SEO will be gone in 5-10 years, di Axel Schultze.